Specie originaria dell'Europa con vasto areale che si estende dalla Penisola iberica al Caucaso; in Italia è presente in tutta la penisola, ma è più frequente nelle regioni centro-settentrionali e si innalza sino a 1500 m. Lo si distingue dal Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos) per le foglie più piccole, la forma asimmetricamente cuoriforme e la presenza nella pagina inferiore sulle ascelle delle nervature, di ciuffetti bruno rossastri.
Dimensione, tronco e corteccia
Albero di seconda grandezza, alto fino a 20 metri, spollonante, a tronco grosso e breve con rami robusti e numerosi formanti una corona densa e ampia; corteccia liscia e bruna da giovane, indi screpolata e nerastra.
Foglie
Foglie alterne, semplici, con picciolo glabro e stipole caduche, a lamina sub rotonda (2-10 x 1,5-7 cm), asimmetrica e cordata alla base, seghettata ai margini escluso la parte basale, acuminata all’apice, di colore verde-oscuro e glabra di sopra, verde-glauco di sotto, con 5 nervature palmate confluenti ai margini in un reticolo minuto, peloso-ghiandolosa lungo le nervature per il resto glabra.
Strutture riproduttive
I fiori sono ermafroditi , odorosi, in fascetti da 3 a 16, portati da una brattea membranacea, di colore verde – chiaro o giallognolo, reticolata, saldata per circa metà al peduncolo che è di o tricotomo.
Frutto
E’ una noce monosperma sub rotonda, apicolata, tomentosa, ornata da una lunga brattea fogliacea.
Possibili impieghi
Ha un certo interesse in selvicoltura, ma è albero di primo merito per le alberature stradali e come pianta ornamentale in parchi e giardini. Il legno di Tiglio selvatico è tenero, uniforme e di facile lavorazione. Viene utilizzato per sculture. I fiori sono ricchi di oli essenziali e vengono utilizzati per preparare infusi calmanti. |