Originaria del Bacino del Mediterraneo, è diffusa dalla Spagna meridionale fino al Caucaso e all'Asia occidentale. In Italia è abbastanza comune fino ai 600-700 metri s.l.m.. Predilige i terreni sassosi e le stazioni ruderali (muri, siepi, margini di strada).
Dimensione, tronco e corteccia
Albero di seconda grandezza, può raggiungere i 18 metri di altezza, longevo, a tronco dritto e molto ramificato . Presenta una chioma ampia, globosa, densa ma leggera, verde chiaro. La corteccia è sottile, grigio - cinerea e liscia con caratteristiche righe orizzontali.
Semplice da riconoscere perché entra nel terreno con una forma simile alla zampa dell’elefante.
Foglie
Le foglie sono decidue, semplici, alterne, brevemente picciolate, ovato-lanceolate, margine seghettato, lungamente acuminate all’apice, un po’ scabre di sopra, pubescenti di sotto, ornate sul lembo da 3 nervature primarie.
Strutture riproduttive
I fiori sono ermafroditi o poligami, ascellari, solitari nelle porzioni terminali dei ramuli e in infiorescenze pauciflore in quelle basali, peduncolati (sino a 3,5 cm), con 5-6 stami ad antere gialle e 2 stigmi ricurvi in fuori.
Frutto
E’ una drupa ovale o rotondeggiante (diametro 9-12 mm), peduncolata, glabra, dapprima bianco – giallastra, poi bruna o nerastra a maturità, con scarsa polpa di sapore dolciastro e seme reticolato – rugoso con endosperma oleoso.
Possibili impieghi
Molto impiegato nelle alberature dei viali, nei parchi (rapido accrescimento) e nei rimboschimenti in terreni sassosi e difficili. Il legno, di color grigio-biancastro, è duro ed elastico; è ricercato per farne parti di macchine, ruote, stanghe, basti e lavori di tornio. È un buon combustibile e dà carbone di qualità pregiata.
Dalla corteccia si estrae una sostanza gialla tintoria, il fogliame costituisce un ottimo foraggio, mentre dei frutti di Bagolaro sono ghiotti gli uccelli.
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